La rigatura non è altro che un insieme di solchi detti principi tracciati all’interno della canna; di quest’ultimi possiamo avere due tipi: i pieni di rigatura cioè grazie ai dei solchi primitivi abbiamo dei bordi taglienti in grado di incidere il proietto;( una volta impegnato nelle righe il proietto viene intagliato grazie alla pressione iniziale, che ne consente il forzamento); oppure possiamo avere i vuoti di rigatura che non fanno altro che dare risalto ai pieni. Il senso della riga è quello che darà anche il verso di rotazione al proietto; però l’inclinazione che parte dalla culatta può essere in due modi: elicoidale quando è costante per tutta la sua lunghezza, oppure progressiva che nasce con lo scopo di minimizzare le pressioni e tenerle a livelli accettabili grazie all’ inclinazione della riga variabile; comunque si dice progressiva quando la rigatura è crescente verso la volata. Il verso della riga è a scelta del produttore e può essere destrorso o sinistrorso; che dal punto di vista tecnico strutturale è pressoché indifferente, ma visto che in una rigatura sinistrorsa bisognerebbe compensare per via di un errore provocato dalla pressione di scatto; e questo è il motivo cardine per cui si preferisce una rigatura destrorsa. Per quanto riguarda la lavorazione, in particolare i macchinari esiste si un metodo tradizionale che consisteva di ricavare degli intagli singoli nella canna; ma sappiamo che se guardiamo indietro nel tempo negli ultimi 300 anni ci sono stati una moltitudine di esperimenti per migliorare le forme delle rigature poligonali( sono quelle rigature con un solo bordo); a canne cilindriche ovalizzate solo sul andamento a spirale; inoltre in una rigatura poligonale abbiamo angoli meno profondi, infine due metodi più usati oggi: la brocciatura che avviene per mezzo di una broccia in acciaio temprato, dotato di anelli taglienti all’ interno che vanno dal più grande al più piccolo che intagliano la canna in maniera progressiva; un altro metodo è quello della rigatura cosi detta poligonale cioè viene inserito un mandrino all’interno della canna, per poi essere martellata all’ esterno finché il diametro interno non si riduce, infine viene rimosso il mandrino ottenendo una canna rigata; ma il lavoro non finisce qui visto che poi bisognerà rimuovere i segni di martellatura dalla canna.
APPROFONDIMENTO SULLA RIGATURA
